Che cosa succede a coloro che non rispettano i termini prestabiliti per effettuare il pagamento delle cartelle esattoriali? Lo dice la legge
Le cartelle esattoriali rappresentano la procedura mediante la quale l’Agenzia delle Entrate effettua la riscossione dei debiti fiscali maturati. Ed è essenziale, qualora ne si riceva una, rispettare le tempistiche previste per emettere il relativo versamento. Con questo atto di riscossione si può richiedere il pagamento di imposte ma anche di contributi oppure di sanzioni amministrative e viene solitamente emesso dall’Agenzia delle Entrate Riscossione o ad altri enti incaricati.

Ma cosa accade qualora il debitore invitato a pagare una determinata cifra si rifiuti di farlo o, comunque, non effettui il versamento entro i termini stabiliti? Le conseguenze in tal senso possono essere pesanti ed è importante essere consapevoli di quanto potrebbe accadere. Di seguito ve lo spieghiamo.
Mancato pagamento di una cartella esattoriale entro i termini previsti, cosa succede?
Le conseguenze per chi per svariati motivi supera la data di scadenza senza aver pagato la cartella esattoriale sono complesse in quanto ci si potrebbe trovare immersi in una serie di problematiche amministrative e legali pensate per fare in modo che il creditore vada in ogni caso a riscuotere i debiti. Per tale ragione qualora si riceva una cartella esattoriale è importante non ‘metterla da parte’ ma gestirla in modo tempestivo valutando anzitutto tutte le opzioni amministrative e legali per poter arrivare a sanare nei tempi stabiliti la propria posizione. Ma anche per tutelarsi qualora si ritenga di non dover pagare il debito.

Una cartella esattoriale deve essere pagata entro 60 giorni da quello dell’invio. Se non lo si fa l’Agenzia delle Entrate Riscossione avvierà le procedure di tutela del credito ovvero potrà applicare il fermo amministrativo ai veicoli (auto, moto, autocarri) intestati al debitore oppure, qualora il debito superi i 20mila euro, sarà possibile impotecare i suoi beni immobili.
Una comunicazione in tal senso viene inviata al debitore concedendogli 30 giorni per andare a saldare il debito con aggiunta di interessi e maggiorazioni come previsto dalla legge. Terminato questo periodo l’Agenzia delle Entrate potrà avviare le procedure di esproprio o di pignoramento. Qualora non si disponga della somma necessaria sarà possibile chiedere la rateizzazione del pagamento a patto che le somme siano di importo inferiore a 120mila euro. Il tutto fino ad un massimo di 84 rate che diventeranno 96 per il 2027 e 2028 e 108 a partire dal 1° gennaio 2029. Nel caso in cui venga documentata la temporanea situazione di difficoltà economica il numero di rate può incrementare ulteriormente passando a 85-120 per il 2025 e 2026, 97-120 per il 2027 e 2028 e 109-120 dal 1° gennaio 2029.